Lettera di Bruno Concina alla Disney

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  1. foolys
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    Mi permetto di girare la lettera di Bruno Concina direttamente dal sito di Michele Medda, argomento cui tutti dovreste essere messi a conoscenza.
    Non fatevi spaventare dalla lunghezza...volete fare questo mestiere? Leggete.


    UNA LETTERA DA BRUNO CONCINA

    Venezia, 21 gennaio 2008

    Carissimi,

    credo di dovervi due righe di spiegazione sul perché riceverete questa lettera e la seconda, scritta col "copia-incolla" dopo di questa.
    Tutti sappiamo che Topolino sta attraversando una grave crisi di vendite, di immagine e di stile dei personaggi addetti a confezionarlo (non uso a caso il termine "confezionarlo").
    Gli amici giornalisti ai quali questa è diretta per conoscenza mi hanno confermato di averne già avuto numerose notizie indirette da varie fonti.
    Tengo a sottolineare con loro e con tutti gli altri ai quali indirizzo queste righe che NESSUNA NOTIZIA MI E' PERVENUTA DA FONTE INTERNA AL GIORNALE, MA UNICAMENTE DA FONTI ESTERNE BEN INFORMATE. MOTIVO PER IL QUALE NON VIENE INFRANTO ALCUN PATTO DI SEGRETEZZA (PERALTRO MAI SOTTOSCRITTO SU QUESTO SPECIFICO ARGOMENTO ED EVENTUALMENTE RIGUARDANTE SOLO NOTIZIE APPRESE ALL'INTERNO DEL GIORNALE) NE' MIO PERSONALE NE' DI ALCUN ALTRO, DATO CHE SI TRATTA DI DATI NORMALMENTE CONOSCIUTI E ALTRETTANTO "NORMALMENTE" TACIUTI.

    Sembra esista una giacenza di Tavole disegnate da pubblicare (e nemmeno questo è un "segreto" interno alla redazione) che ha reso necessario ridurre drasticamente il lavoro assegnato ai collaboratori esterni. Che sono sempre stati molto più che "collaboratori esterni", ma la vera spina dorsale, la struttura portante del giornale. Siamo stati noi, cioè, a "fare grande" Topolino, e sfido chiunque a dimostrare il contrario. Questo comporterebbe un minimo di lealtà da parte di chi è chiamato a confezionarlo. Un minimo di TEMPESTIVA informazione che è venuta completamente a mancare.

    E' in corso una drastica riduzione del lavoro per i collaboratori esterni, molti dei quali, come me, si sono dedicati esclusivamente alla Disney e con i proventi (sordidamente tirchi) derivanti dal loro lavoro campano con le loro famiglie. Qualcuno, fiutato il vento infido, ha già trovato un secondo lavoro come CAMERIERE, altri emigrano con armi, bagagli e famiglia verso la Francia, altri ancora attendono o attendevano fedeli che la crisi si risolvesse, fedeli al loro posto: come avevo fatto io.

    Poiché scrivo questa lettera a titolo personale, sarà bene dica due parole di presentazione su di me:

    1) collaboratore da TRENTA ANNI E ALCUNI MESI delle riviste Disney
    2) più di seicento storie scritte per le varie testate (sono forse settecento, ma voglio peccare per difetto)
    3) inventore delle "storie a bivi", unica vera novità apparsa sul panorama del fumetto mondiale dalla sua prima uscita
    4) inventore della serie "Macchina del tempo" (contemporaneamente ma del tutto autonomamente dall'altro inventore Giorgio Pezzin, una delle migliori penne della Disney, andatosene ormai da tempo, disgustato per il modo in cui veniva trattato)
    5) inventore dei "DUCKIS", delle "MAGNIFICHE QUATTRO" e di altri personaggi ancora
    6) traduttore di fumetti Disney dall'americano (periodo durato non meno di due anni)
    7) conferimento della "COPERTINA D'ARGENTO" per la mia carriera di sceneggiatore disneyano (massima onorificenza che attribuiva all'epoca la Disney), il secondo anno della creazione, subito dopo il conferimento della stessa al pi˘ grande sceneggiatore disneyano mondiale Romano Scarpa.

    Questo per fornire una breve panoramica delle mie attività presso la Disney.

    Fedele alla Disney fino all'idiozia (mia), ho accettato di non avere alcun aumento di retribuzione (misera) negli ultimi cinque anni. Quello che contava era fare un lavoro ben fatto, al meglio delle mie possibilità, sia per amore dei personaggi sia per l'amore di questa azienda matrigna che non vi corrispondeva con altrettanta lealtà.

    Una larga parte di noi ricorderà bene che, nella prima riunione che segnò il passaggio dalla gestione Mondadori all'assunzione in prima persona della Disney, l'allora Presidente Bertini (presente il Direttore Generale Virri) ci promise una PERCENTUALE SU OGNI SINGOLA RISTAMPA O TRADUZIONE ALL'ESTERO del lavoro da noi svolto. Esistono in vita almeno dieci persone in grado di testimoniarlo e, a richiesta precisa e netta dello scrivente sempre nel corso della stessa riunione, tale dato venne confermato. Promessa che si rivelò poi del tutto infondata e che l'allora Presidente e Direttore Generale Umberto Virri negò, seccatissimo, fosse mai stata fatta, dandoci dei "bugiardi". Lascio a voi giudicare chi fosse "bugiardo".

    Dopo lunghe lotte, ci venne concesso un miserabile 5% pagato a dicembre sulla quantità di lavoro svolto nel corso dell'anno. Un secondo contratto, due anni dopo, annullava anche questa concessione che sembrava quasi una carità.

    Quando chiesi un aumento, dicendo che mi sarei accontentato anche di £ 3.000 "simboliche" a pagina, il responsabile dell'epoca (di cui, per discrezione, non dico il nome) mi disse che avrebbe considerato offensivo offrire "a una persona del mio valore" un tale ridicolo aumento. Evidentemente dimenticava che l'ultimo aumento era stato esattamente della stessa cifra.

    Caricati di tutti i doveri: proporre e portare a termine un lavoro di ottima qualità... privati di qualsiasi diritto, se non quello di ricevere un piatto di ceramica a Natale.

    Sollecitati a lavorare intensamente (basterà chiederne conferma al Direttore dell'epoca, di cui mi riservo su richiesta di fare il nome), stroncati nella produzione nei periodi di giacenze eccessive.

    BENE! Comunque, il prodotto era ottimo...almeno fino a quando non ci si aggrappò ai computer, affermando ad esempio che "una storia simile era uscita negli anni '50". Si lavorava con passione e non solo per portare a casa la pagnotta...certo anche per quella. Ma più ancora per l'entusiasmo e un certo clima di simpatia che girava per la redazione.

    Poi cominciarono ad apparire fatti sorprendenti.
    Un mio soggetto venne approvato con DICIOTTO correzioni che lo snaturavano, svilivano, distruggevano...e che per motivi deontologici non volli fare. Lo stesso soggetto, parlandone tre mesi dopo con l'addetta alla supervisione, Dott.ssa Barbara Schwartz, passò SENZA ALCUNA CORREZIONE. Cioè, i DICIOTTO punti "fondamentali" corretti vennero tutti annullati e potei stendere la sceneggiatura come l'avevo prevista in origine.
    Una storia natalizia di 36 (trentasei) pagine venne bocciata per UNA vignetta. Parlandone con la Direttrice Muci che non la ricordava, la storia la entusiasmò e ricordò di averla bocciata lei stessa PER QUELLA SINGOLA VIGNETTA. Le feci presente che una vignetta su trentasei pagine era meno di zero e che bastava cambiare quella. Approvò e la storia venne sceneggiata come l'avevo proposta, senza alcuna modifica a parte quella sciagurata vignetta.
    Altri fatti? Critica di un soggetto dicendo che una cosa "era impossibile farla perché il protocollo la impediva rigidamente". Rimandato il giornalista a una storia precedente in cui avveniva un fatto analogo ottenni come risposta...un costernato silenzio telefonico.
    Ma i fatti si sprecano e per ricordarli tutti servirebbe un'enciclopedia.

    E qui arriviamo al punto più divertente. Nell'assegnazione della quantità di storie realizzabili da gennaio a ottobre, vagliando la situazione dei singoli autori, a questa persona che scrive ("Copertina d'Argento", sei-settecento sceneggiature prodotte e TUTTE pubblicate meno quelle ancora giacenti), quante ne vennero assegnate? Dieci? Nove? Otto? Valutavo, data la crisi, un numero dalle cinque alle sei, anche avendo sentito altri numeri di storie assegnate a colleghi. Beh, mi fu comunicato che me ne venivano elargite DUE!

    Una carità pelosa, come diciamo a Venezia, una deliberata provocazione o un insulto?

    Si fosse trattato di attendere anche mesi senza lavorare, avrei potuto accettarlo. Essere trattato come l'ultima pezza da piedi, un povero vecchio cane tignoso, no.

    Tuttavia possiedo un mio stile. Con la stessa gentilezza (stavo parlando con una persona educata e gentile, un amico imbarazzato per quanto mi stava dicendo e che era solo un portavoce) con cui le due storie mi venivano offerte, le rifiutai con la lettera che tra poco seguir‡.

    Perché, allora, dopo il tono che spero troverete impeccabile della mia prima lettera, i toni aspri di questa? Perché quei "signori", pronti a chiamarti quando avevano bisogno di te, non avvertirono neppure il dovere morale di una telefonata di ringraziamento per TRENTA anni di attività costante, fedele e di ottima qualità (e questo non me lo dico da me, ma lo affermarono loro nel conferimento di quella ormai famosa "Copertina d'Argento", ora sostituita da orribili topi verniciati di giallo).

    I miei colleghi sceneggiatori sono sparsi per tutta Italia. Venezia, Roma, Napoli, Milano, Torino, La Spezia eccetera. Siamo una categoria disunita per necessità logistica, non certo per affiatamento e amicizia. Io dico loro: alcuni dei partecipanti a quella prima riunione ci hanno purtroppo lasciato per un mondo migliore (speriamo lo sia, almeno). Ma restiamo ancora in numero sufficiente (una quindicina) per poter testimoniare che alla prima riunione ci venne offerta una percentuale SU TUTTO IL VENDUTO IN RISTAMPA E SU TUTTE LE TRADUZIONI ALL'ESTERO. La testimonianza di ALMENO OTTO PERSONE E' VALIDA PER CONFERMARE UN CONTRATTO NON SCRITTO? E DICO OTTO PERSONE, PERCHE' SICURAMENTE QUALCUNO NON VORRA' METTERE IN PERICOLO IL SUO ORTICELLO O QUELL'OSSO CHE GLI VIENE ANCORA BENEVOLMENTE BUTTATO SOTTO IL TAVOLO E CHE SI PRECIPITA AD AZZANNARE. COSA DICE LA LEGGE IN PROPOSITO? VALE LA PAROLA DI OTTO-DIECI PERSONE CONTRO QUELLA DI DUE O FORSE DI UNA SOLA? UN CONTRATTO VERBALE, RIPETUTO E CONFERMATO SU RICHIESTA ESPLICITA DELLO SCRIVENTE, VALE QUANTO UN CONTRATTO SCRITTO O LE PAROLE SONO SOLO FLATUS VOCIS PRIVE DI SIGNIFICATO?

    Odio le rivolte. Ma se mai ce ne fu una di sacrosanta, è questa. Venne mancato alla parola data, siamo stati adoperati come oggetti quando occorreva ed ora trattati con supponente degnazione...anzi NON trattati, dal momento che non siamo nemmeno degnati di una risposta.

    Mi dice una fonte bene informata che la mia precedente lettera (che leggerete tra poco) non è stata l'unica. E che è in atto una "simpatica" e ipocrita congiura del silenzio. O dello struzzo: non vedo, quindi questo non esiste. Molto carino. Per questo, ingenuamente ma non troppo, ho indirizzato la prima lettera a quindici persone: pensavo che fosse difficile far sparire quindici lettere. Accipicchia, come sono ingenuo! Per questo, meno ingenuamente, ne informo adesso anche la stampa. Il "muro di gomma" è destinato a crollare, finalmente. Vediamo un po' se finalmente saremo giudicati degni di almeno un rigo di risposta o di una telefonata.

    Una buona scusa? La direttrice di Topolino Valentina de Poli era a casa influenzata. Giustissimo e me ne dispiace. Tuttavia il giornale viene pubblicato ugualmente. Esistono altre figure che lo mandano avanti. Come mai NESSUNO di costoro ha sentito il bisogno di rispondere con una telefonata o una riga di email alla mia lettera?

    Era una lettera gentile, che NIENTE chiedeva e non muoveva ALCUNA LAMENTELA. Vedere che nemmeno la cortesia, la gentilezza, l'umana comprensione contano minimamente, mi ha indotto a scrivere questa, che spero sia abbastanza dura per risvegliare qualcuno.

    Ecco, comunque, copia della prima lettera da me indirizzata a QUINDICI persone della Disney. Dal Direttore Generale Publishing al Direttore Divisione Periodici, alla Direttrice (che purtroppo mi dicono influenzata e alla quale faccio i più sinceri auguri), al Vicedirettore, a due Caporedattori, a due Caposervizio e a giornalisti vari. O forse in Via Sandri c'era un'epidemia generale d'influenza da "gommite" (= muro di gomma)?


    LA PRIMA LETTERA

    Venezia, 17 dicembre 2008

    Cara Valentina,

    ho parlato oggi con Stefano Petruccelli. Come sempre è stato gentilissimo: è una persona che stimo molto, oltre che per la sua educazione e intelligenza, anche per la sua serietà professionale.

    Stefano mi ha detto che, da oggi a tutto ottobre, mi sono state assegnate due storie. Sinceramente, mi sono messo a ridere al telefono.

    Capisco chiaramente che ormai a Topolino si nutre poca stima di me. Un grande disegnatore Disney (non faccio il nome per correttezza) ha detto una volta parlando di un altro grandissimo disegnatore (Romano Scarpa): "Non si può restare maestri per tutta la vita".
    Parole sante.
    Ti prego di credermi, quando ti dico che ti scrivo con l'affetto e la sincerità di sempre. Io ti voglio bene fin da quando eri quasi una bambina in segreteria e ti hanno rubato la borsetta in Sardegna, ricordi? Ci siamo stretti tutti attorno a te, solidali, ed Elisa Ë andata a comprarti una borsa nuova.
    NO, non ti preoccupare, puoi leggere serenamente, in questa lettera non ti chiedo niente: anzi, regalo.
    Vedi, cara Valentina, io sono un guerriero e sono abituato a battermi con le armi che mi trovo in mano. Fossi un giocatore di carte (non lo sono, per fortuna), giocherei con quelle che mi danno e seguendo le regole del gioco. Se le regole non mi andassero, mica pretenderei di cambiarle a mio favore: mi alzerei dal tavolo e me ne andrei, semplicemente.
    Quindi non nutro assolutamente nessun rancore (che sarebbe ridicolo), ma solo sincera amicizia e comprensione per te e il tuo difficile ruolo.

    Io, alla Disney, sono stato per un lungo periodo una Superstar (lasciamo perdere, per una volta, la falsa modestia). Non ti faccio un elenco del premio, delle mie invenzioni, dei personaggi nuovi, di storie che appaiono sulle antologie scolastiche...di tutto.

    Però, buttare un osso guasto a un cane che attende mendicando sotto il tavolo di un banchetto, con due pezzetti di nervo attaccati... beh, non è il mio ruolo e nel mio carattere.

    Forse avrete pensato: "Questo poveraccio ha lavorato per trent'anni e mezzo per noi, diamogli una caramella!". O forse, più sottilmente: "Quando vede l'offerta offensiva che gli facciamo, se ne va per conto proprio!". O forse, a calcoli fatti, restavano solamente due storie per me?

    Comunque, mi dispiace, ma non posso accettare. Sai, siamo lontani da Milano (252 km per l'esattezza) ma tra noi le notizie corrono e so quante storie sono state assegnate ad alcuni miei colleghi. Indubbiamente varranno più di me.
    Ma non era forse più dignitoso da parte vostra (scusami, non vi sto giudicando, esprimo solo una considerazione) dirmi che non servo più, come avete fatto con Lino Gorlero?

    Vedi, cara Valentina, io sono povero: ho due paia di scarpe, due jeans (uno estivo e uno invernale, ma pulitissimi, li lavo molto spesso) e un paio di vestiti che non mi vanno pi˘ bene perché sono ingrassato. Però mi chiamo Bruno Concina. E nessun Concina, almeno fino ad oggi, ha mai chiesto o accettato la carità. Forse io sarò il primo. C'è sempre una prima volta.

    Non mi sembra il caso che io venga da te a Milano a supplicare, a mostrarti le bollette del gas, ad avere malori (come capitò qualche anno fa a un mio collega). Cosa potremmo dirci su questi punti? Certo, avrei piacere di vederti e salutarti di persona...ma il biglietto per Milano costa ormai più di quanto io possa permettermi di spendere. Smetterò di fumare, non comprerò più quotidiani, insomma spero che in qualche modo un panino e due fettine di mortadella non mi mancheranno.

    Con la stessa gentilezza con cui Stefano mi ha offerto le due storie, le rimetto nelle tue mani. Penso che i miei ex colleghi saranno felici di avere un po' di lavoro in più.

    Non è che mi si offrano molte alternative al lavoro con voi, lo sai bene. Ma non posso, per decoro personale, accettare un'offerta simile.

    E adesso che la parte commerciale è terminata, posso finalmente dirti che ti voglio bene. Tuo


    Bruno

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    Ritengo fosse una lettera cortese e, più che cortese, addirittura gentile per una persona che si vede presa per i fondelli e che, DOPO TRENT'ANNI di attività si vede frustrata, umiliata, presa in giro da un'offerta inaccettabile da qualsiasi punto di vista. Era talmente compromettente darle una risposta? Era così pericoloso, tanto da far temere di rischiare la scrivania? O si aspettava il ritorno della direttrice (mi dicono influenzata) per sollevare il telefono e chiamarmi? Ho TRE telefoni: casa, studio, cellulare. Sono reperibile in qualsiasi ora del giorno e della notte. Non si chiedeva nulla di più di un gesto cortese, davanti a un rifiuto necessariamente indispensabile per non abbassarmi al rango di chi mi faceva una simile proposta che oserei definire "oscena".

    Ed è tutto. Stavolta non aspetto risposte: non mi interessano. Tuttavia ritengo che sia indispensabile che noi, sceneggiatori e disegnatori, tutti uniti, ci coalizziamo in un unico gruppo per ottenere quanto ci spetta di diritto per promessa formale. Le famose percentuali su ristampe e traduzioni, prima affermate solennemente e poi negate con un motto di stizza, sufficienza, arroganza dal Presidente e Direttore Generale Dott. Umberto Virri.

    Cordiali saluti.

    E, a differenza di altre persone, dato che non possiedo scrivanie dalle quali temo mi si si voglia staccare a forza, mi firmo

    Bruno Concina
     
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  2. kettyformaggio
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    Io ora non ho tempo di farlo, ma forse sarebbe opportuno che spiegassimo tutto quello che è successo dopo quella lettera di Concina.
     
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  3. TheJasco
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    Letta tutta... che tristezza... aspetto di leggere i risvolti di questa brutta vicenda... :(

    Forza Bruno!
     
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  4. giac-
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    CITAZIONE (kettyformaggio @ 21/2/2008, 18:09)
    Io ora non ho tempo di farlo, ma forse sarebbe opportuno che spiegassimo tutto quello che è successo dopo quella lettera di Concina.

    Perchè...è successo qualcosa? :ph34r:
    ( tono amaro e cinico :sadban: )

     
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  5. Oruby
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    CITAZIONE (TheJasco @ 21/2/2008, 18:50)
    Letta tutta... che tristezza... aspetto di leggere i risvolti di questa brutta vicenda... :(

    Forza Bruno!

    quoto...

    leggere queste cose fa venire una certa amarezza...
     
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  6. Faureiana
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    infatti ketty... o.ò...
    Sul blog di Michele Medda ci sono aggiornamenti..quelli intendevi?o.o


    edit:

    io più che amareggiata sono un po' incazzata anche... noi giovani ci sfruttano (perchè possono farlo, intendiamoci) e gente con più di 30anni la mettono da parte...
    Ma licenziano anche per meno...

    ...quando capiranno che per campare, loro, hanno bisogno di noi (purtroppo tra milioni di ristampe) e in generale di gente che inventa-fa-disegna-inchiostra-colora-PENSA E RACCONTA storie...magari, allora un paio di cose cambieranno anche.

     
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  7. kettyformaggio
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    Haimè, davvero non ho tempo di parlare di tutto quello che è successno dopo quella lettara. Rimane il fatto che la situazione non è migliorata. Ma ne parlerò quando torno.
     
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  8. Lulu the Subversive
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    Leggendo cose come questa mi viene da pensare: ma non è mille volte meglio l'autoproduzione?
    So che sembra campato in aria, oglio dire, l'impresa è ardua, la spesa è alta e i risultati sono miseri. Ma almeno puoi fare quello che vuoi di quello che produci. Visto che, comunque vada, in Italia di fumetto NON SI CAMPA (questa è una conferma), tanto vale rispettare la propria arte e fare sacrifici, mettendo dei soldi a fondo (quasi sempre) perduto.
    Se nemmeno i professionisti, quelli veri, che hanno dedicato la vita al fumetto sotto (purtroppo per loro) l'ala (ma dovrei forse dire, l'artiglio) della Disney riescono a fare un bilancio positivo dei loro sforzi, che speranza ha chi comincia?
    Io l'avevo già deciso, ma me lo ripeto... piuttosto che finire così, continuo a scarabocchiare a casa mia per passatempo. O autoproduzione.
     
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  9. thunder break
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    ...Avevo già letto queste lettere, che evidenziano una realtà che ignoravo, una realtà che mai avrei pensato potesse toccare un professionista di esperienza, come il signor Concina.
    Quoto - purtroppo, mi verrebbe da aggiungere - le considerazioni di Lulu.

    Aspetto di sapere il seguito della vicenda U_U
     
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  10. TheJasco
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    CITAZIONE (Lulu the Subversive @ 21/2/2008, 21:48)
    Leggendo cose come questa mi viene da pensare: ma non è mille volte meglio l'autoproduzione?
    So che sembra campato in aria, oglio dire, l'impresa è ardua, la spesa è alta e i risultati sono miseri. Ma almeno puoi fare quello che vuoi di quello che produci. Visto che, comunque vada, in Italia di fumetto NON SI CAMPA (questa è una conferma), tanto vale rispettare la propria arte e fare sacrifici, mettendo dei soldi a fondo (quasi sempre) perduto.
    Se nemmeno i professionisti, quelli veri, che hanno dedicato la vita al fumetto sotto (purtroppo per loro) l'ala (ma dovrei forse dire, l'artiglio) della Disney riescono a fare un bilancio positivo dei loro sforzi, che speranza ha chi comincia?
    Io l'avevo già deciso, ma me lo ripeto... piuttosto che finire così, continuo a scarabocchiare a casa mia per passatempo. O autoproduzione.

    Se è una passione che si riesce a soddisfare solo autoproducendosi non penso che ci sia nulla di male, come tutto quello in cui scommetti i tuoi soldi, sai i rischi che corri. Senza dubbio per una persona che fa un lavoro specializzato per trentanni o più (mi viene da pensare a mio suocero) ricevendo premi e riconoscimenti a livello internazionale non deve essere facile reinventarsi così di punto in bianco rimettendosi in gioco.
    La cosa più scandalosa è che le persone che hanno tutta questa esperienza dovrebbero essere dei punti di riferimento per chi inizia questo genere di lavoro, invece che "sfruttarli" per le loro doti vengono messi da parte come se non fossero mai esistiti.

    Ora non conosco i nuovi sviluppi però mi auguro vivamente che qualcosa si sblocchi, non nella Disney in se ma piuttosto per ciò che concerne il lavoro di Bruno a cui faccio un grosso in bocca al lupo per la sua professione ma sorpattutto per il suo futuro.
     
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  11. EriCrow
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    ...questa lettera mi ha amaraggiato...è triste pensare che persone ke mettono l anima e passioni in proggetti spesso poi malpagati devono subire anche lo smacco di venir trattati cosi male....purtroppo penso k l'umanita nel senzo di cordialita e correttezza vada via via sempre più scomparendo da questo pianeta...
     
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  12. Kont3
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    Sono cose che capitano negli ambienti di lavoro, soprattutto agli alti livelli!

    Un'azienda "sfrutta" le tue capacità e le tue conoscenze fino a quando è conveniente!
    Quando non lo è più o quando vengono altri con idee nuove, magari più giovani, vieni lentamente o meno messo da parte!
    Purtroppo è la normalità e, a prescindere dal fatto se l'azienda lo fa in maniera garbata o meno! Il risultato è lo stesso.

    Quello che davvero mi ha colpito è la mancata corresponsione dei diritti sulle pubblicazioni, prima promessi e poi negati..una cosa degna delle peggiori aziende e non certo della Disney!

    E poi mi ha colpito profondamente come uno dei più grandi professionisti della sceneggiatura in Italia, non guadagni abbastannza da arrivare a vivere bene dopo 30 anni di carriera!

    Ma vale davvero la pena fare questo lavoro se, oltre alle soddisfazioni artistiche, non hai anche una soddisfazione di tipo economico????
     
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  13. EriCrow
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    ...bhe penso di no...propio di no...
     
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  14. thekillingjoke
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    CITAZIONE
    Ma vale davvero la pena fare questo lavoro se, oltre alle soddisfazioni artistiche, non hai anche una soddisfazione di tipo economico????

    Forse non vale la pena farlo con alcuni editori, forse non in Italia... ma secondo me resta uno dei lavori più belli del mondo!
    Concina ha tutta la mia solidarietà... Non si getta uno dei migliori autori diseny come una scarpa vecchia
     
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  15. foolys
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    sarò schietto e brutale: ma vi aspettavate rose e fiori? se volete fare il fumettista dovete essere pronti ad ingoiare fango e chili sofferenza pur di potere riuscire a coltivare la vostra passione
    è un lavoro di passione e sofferenza, ed è "il giusto prezzo da pagare" se si vuol fare appunto qualcosa che dovrebbe interessarvi senza considerare tutti i problemi del caso.
    io AMO disegnare e perciò sono fottuto, perchè anche nei momenti peggiori ci ritorno sempre, sono come un innamorato ridicolo preso per il culo perennemente da una donna che è davvero difficile da sopportare.
    ma io la amo lo stesso.

    sono molto contento che abbiate preso a cuore questa discussione, sinceramente temevo rimanesse un pò in sordina, sappiate che voi che l'avete fatto avete sicuramente qualche carta in più...

    Edited by foolys - 23/2/2008, 01:49
     
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51 replies since 21/2/2008, 16:00   1565 views
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